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Numerosissimi campi, corti e chiostri di Venezia sono ornati al centro da una vera da pozzo
Si tratta di parapetti, generalmente in marmo o pietra d’Istria che proteggono l’imboccatura del pozzo
Nel 1858 se ne contavano oltre 6500
Le vere non sono che la parte visibile dei pozzi veneziani
cisterne sotterranee di acqua potabile
oggi per la maggior parte interrate e non più in uso
Per secoli l’unico mezzo di rifornimento idrico a Venezia sono stati i pozzi
che assicuravano l’approvvigionamento di acqua dolce grazie a un ingegnoso sistema di raccolta e filtraggio dell’acqua piovana
Il sottosuolo di Venezia è infatti privo di falde acquifere facilmente raggiungibili, e già nel Quattrocento i veneziani, nei periodi di siccità, trasportavano fino in laguna l’acqua dolce attinta dalle sorgive in terraferma
L’acqua era poi convogliata e raccolta nei pozzi
Così almeno fino al 23 giugno 1884, quando venne inaugurato il primo acquedotto di Venezia
Per l’occasione, in Piazza San Marco fu allestita una fontana che raggiungeva un’altezza di 22 metri!
Molte delle vere da pozzo sparse in città sono autentiche opere d’arte
Fino a non molti anni fa, al centro di quella che oggi è la sala di lettura della Biblioteca Marciana
si trovava il pozzo monumentale disegnato dal Sansovino
Qui vi era in passato il cortile interno della Zecca
il palazzo in cui si coniavano le monete della Repubblica
Quando nel 1904 la Zecca venne adibita a sede della Biblioteca Marciana
il cortile fu coperto e trasformato in sala di lettura
La vera da pozzo fu rimossa
Nel 1914 il pozzo fu poi spostato nel cortile interno di Ca’ Pesaro, sede della Galleria internazionale d’Arte Moderna e del Museo d’Arte Orientale
Una ricca serie di vere da pozzo, alcune delle quali molto antiche, è conservata inoltre presso il Museo Archeologico e il Museo di Storia Naturale di Venezia