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Da oltre trecento anni l’isola di San Lazzaro degli Armeni è un angolo di Armenia nella laguna di Venezia
Qui si trova infatti un monastero che ospita una piccola comunità di monaci mechitaristi, ed è uno dei primi centri al mondo di cultura armena
Originariamente sede dei benedettini di Sant’Ilario, dal XII secolo in poi l’isola fu scelta come luogo di quarantena per i lebbrosi e utilizzata come lazzaretto, da cui deriva appunto il nome San Lazzaro. Dopo un periodo di abbandono, nel 1717 l’isola veniva donata dalla Serenissima all’armeno Mechitar, fondatore dell’ordine mechitarista, in fuga dalle persecuzioni turche e rifugiato a Venezia insieme alla sua confraternita
I monaci si dedicarono allo studio, trasformando l’isola in un centro di cultura e scienza, destinato a mantenere in vita la lingua, la letteratura e le tradizioni del popolo armeno
Oggi il monastero è aperto alle visite tutti i giorni, su prenotazione, per telefono 041 5260104 oppure via email visite@mechitar.org
Ci si arriva salendo sul vaporetto della linea 20 dalla fermata San Marco-San Zaccaria
Il vero “tesoro” dell’isola è la biblioteca, che conserva migliaia di antichi volumi e oltre quattromila fra manoscritti e codici miniati, considerata la più importante collezione di manoscritti armeni in Occidente
All’interno del monastero si trovano anche, oltre alla stamperia di fine Settecento, una pinacoteca con opere di pittori armeni e un museo dove sono raccolti reperti archeologici di origine armena, greca, egiziana e indiana, tra cui la mummia egizia di Nemen Khet Amen, considerata una tra le meglio conservate al mondo, completa di sarcofago.